violaine hulné works

 

 

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luciana schiroli

2003 prodigi di terra toscana

E' la campagna toscana la grande ispiratrice di Violaine Hulné che indaga i colori e ritmi di una natura sempre sorprendente, pronta a rinnovarsi nel succedersi delle stagioni. Con un affiato libero e totale, che diventa immersione nelle forze primigenie dei ciclo vitale, in una perfetta simbiosi tra materia e spirito, tra effimero ed eterno, l'artista cattura la luce che diventa colore e forma.

All'inizio, era l'acquarello a fissare immagini ed emozioni impalpabili ed evanescenti: nella macchia che si espandeva veloce sulla carta si condensava la rapida visione di una collina bersagliata dal sole o dì un campo attraversato dai solchi dell'aratro.

Con l'acquarello, venivano riannodati i fili che uniscono l'uomo alla natura, in una pacifica convivenza fatta di amore e di rispetto: e quale elemento poteva rivelarsi più naturale se non l'acqua stessa nella quale venivano stemperate polveri tutte naturali?

Una velocità di lavoro che nasceva dalla pura intuizione che diventava anche gesto manuale, coinvolgimento fisico dunque.

Trasparenze giocate su soffusi toni di ocra e di azzurro, di verde e di blu, alla ricerca dei nascosto e dell'ignoto. Una rivisitazione della natura attraverso la lente di un sogno fatto ad occhi aperti, dove reale e immaginario si compenetravano nell'inseguimento di una bellezza incontaminata, fuori dal tempo e dall'effimero.

Un'intuizione che si avvaleva di una sapienza alchemica, che, per quanto governata dalla mente e dal cuore, rivelava la straordinaria potenzialità di una materia che si espandeva, che si sovrapponeva, che si dilatava creando in modo autonomo forme e volumi di un universo ancora indecifrabile. Un'energia vitalistica mossa dalla luce che percorre sotterranea gli umori acquatici, lontana da ogni indulgente compiacenza per la colorazione raffinata e per la facile rappresentazione figurale. Una luce che diventa fuga spaziale, invenzione di prodigiose immagini, che oltrepassano la soglia dei visibile e dei tangibile.

l'esperienza della pittura, intesa in senso più classico - pittura a uovo su un supporto di tela - ha condotto Violaine Hulné a una modifica dei tempI e delle stesure cromatiche. Prima di tutto, prima della preparazione, "il piacere di scegliere ì pigmenti puri, quali la terra di Siena naturale o bruciata, la terra d'ocra gialla, la terra d'ombra, i verdi, il rosso di Venezia, per esempio".

E qui la "gioia immensa di dipingere senza curarsi delle mode, di preparare la tela, di disegnare il quadro, di schizzare l'impianto compositivo per poi lavorare con pazienza: fino a quando l'opera acquista una vita propria, una reale energia propria".

E il paesaggio toscano, fatto di concitate pennellate tonde e avvolgenti, diventa più mosso e dinamico, al punto che si leggono le folate di vento che piegano arbusti e cipressi. L'elemento arboreo acquista una risonanza interiore e psicologica, fatta di stati d'animo a volte anche convulsi. Ma se la materia cromatica diventa in alcuni casi spirale e vortice, in un rincorrersi di verdi e aranci, di gialli e blu, la presenza quasi ieratica di una casupola dai muri bianchi e dal tetto rosso ricompone l'equilibrio dell'intera composizione: sopra al magma turbolento delle sferzate di colore si pone, a guisa di teca o di urna, la piccola casa, custode della memoria e della bellezza incontaminata. Sopra la passione terrena, fatta di gesti e di emozioni, si erge questa metafora dell'invisibile, questo sacello che racchiude la fiaccola della luce, sopravvissuta a tempeste e devastazioni, quella stessa fiaccola che illumina anche le notti più buie.

Una sorta di immortalità emana da questa offerta votiva, posta anch'essa, come nei tempi lontani, su arcani altari. là, la ragione dell'esistere. Là, la perfezione e la legge.

Ecco: ora i ricordi si fanno più ardenti e i sogni diventano realtà.

E' giunto il tempo delle antiche profezie.